Claudia e Giulia analizzano come i bias cognitivi, come l'eccessiva fiducia e l'urgenza, possano rendere vulnerabili le persone agli attacchi di social engineering. Discutono tecniche come il phishing e il vishing, affiancando casi reali, e condividono strategie pratiche per rafforzare la resilienza aziendale contro queste minacce.
Andrea
Oggi iniziamo con un tema fondamentale per comprendere le vulnerabilità umane nella sicurezza informatica: i bias cognitivi.
Gianluca
Bias cognitivi. Una delle cose più interessanti della psicologia, non trovi?
Andrea
Assolutamente. Sono distorsioni sistematiche nel nostro modo di pensare, che ci portano a errori di giudizio. Nella cybersecurity, hanno un peso enorme.
Gianluca
Già. È quasi affascinante, in un certo senso, come i criminali sfruttino questi bias per manipolarci.
Andrea
Esattamente. Prendiamo l'overconfidence, ad esempio. Molti pensano di essere immuni agli attacchi solo perché credono di essere "più attenti" o esperti.
Gianluca
E finiamo per sottovalutare i rischi, vero?
Andrea
Proprio così. L'overconfidence ci rende meno inclini a rivedere le nostre decisioni, il che è pericoloso quando si tratta di sicurezza.
Gianluca
Beh, mi viene in mente un altro esempio perfetto: l'urgenza. Quel senso di panico o pressione temporale... è così facile cadere in quelle trappole.
Andrea
Corretto. Si tratta dell'urgenza percepita, che induce le persone a prendere decisioni affrettate senza riflettere. Pensiamo a email che richiedono una risposta immediata, come “attività sospetta sul tuo account”.
Gianluca
È vero. E a quel punto, quasi automaticamente, clicchiamo senza pensare. È lì che entra in gioco anche il confirmation bias.
Andrea
Esatto. Il confirmation bias ci spinge a focalizzarci su informazioni che confermano ciò che già crediamo. Ad esempio, se un’email sembra provenire dalla nostra banca, tendiamo a ignorare i segnali d'allarme proprio perché vogliamo crederci.
Gianluca
In altre parole, è la nostra stessa mente che ci tradisce. Un paradosso interessante, no?
Andrea
Sì, e comprensibile. Ma proprio per questo dobbiamo imparare a riconoscere questi meccanismi, così da mitigarne gli effetti nelle decisioni legate alla sicurezza.
Gianluca
E parlando di manipolazione psicologica, è impossibile non menzionare il social engineering. Una vera arte oscura, non trovi?
Andrea
Giusto. È l'insieme delle tecniche che i criminali informatici usano per manipolare le persone, bypassando persino i sistemi più sicuri.
Gianluca
E il bello, o forse il brutto, è che non puntano ai computer, ma a noi. Persone. Proprio lì si concentra la loro attenzione.
Andrea
Esattamente. Tra le tecniche più comuni c'è il phishing. Messaggi fraudolenti che sembrano provenire da fonti di cui ci fidiamo.
Gianluca
Come la tua banca, no? Oppure magari il tuo datore di lavoro.
Andrea
Precisamente. Pensiamo a email che invocano urgenza come “accesso sospetto al tuo account”. Giocano sull'autorità del mittente e sul senso di panico dell'urgenza.
Gianluca
E poi c'è il spear phishing, vero? Una versione... più personale.
Andrea
Esatto. Qui il criminale personalizza il messaggio basandosi su informazioni specifiche sulla vittima, rendendo l'attacco estremamente credibile. Ad esempio, potremmo vedere il nome del nostro capo o un progetto su cui stiamo lavorando.
Gianluca
O un evento aziendale imminente. Diventa quasi impossibile distinguere la trappola dalla realtà. È il confirmation bias all'opera.
Andrea
Esatto. Poi c'è il baiting, che sfrutta la curiosità umana. Pensa a una chiavetta USB con etichetta “Top Secret” trovata nel parcheggio dell'ufficio.
Gianluca
Ah, questa è geniale. E terrificante. Come resistere a un’etichetta del genere?
Andrea
È proprio il problema. Gli attacchi di baiting spingono le persone a esaminare l'esca per propria iniziativa, abbassando la guardia.
Gianluca
Ok, ma non dimentichiamo il vishing. Telefonate fasulle che sembrano tutto, tranne che fasulle.
Andrea
Esattamente. Al telefono c'è meno tempo per riflettere, e la pressione è maggiore. Aggiungiamo la clonazione vocale e diventa ancora più difficile distinguere una frode dalla realtà.
Gianluca
Aspetta, clonazione vocale? Quindi possono far sembrare che sia il tuo capo a chiamarti?
Andrea
Esatto. Questo spinge la tecnica a un livello di sofisticazione mai visto prima.
Gianluca
E poi ci sono i casi combinati, giusto? uno spear phishing che porta a un attacco di vishing o persino al pretexting per costruire una falsa credibilità.
Andrea
Proprio così. Questa combinazione rende gli attacchi multi-fase estremamente pericolosi e difficili da individuare.
Andrea
Dopo aver esplorato le tecniche utilizzate nel social engineering, penso sia fondamentale capire come possiamo proteggerci. La prima regola è sempre verificare l'identità di chi ci chiede informazioni o accessi, senza dare nulla per scontato.
Gianluca
Esatto. E questo significa non fidarsi mai ciecamente, giusto? Se qualcuno dice di essere del reparto IT, meglio fare una chiamata di conferma o chiedere un'email ufficiale.
Andrea
Proprio così. Un'altra strategia cruciale è fare attenzione ai segnali di allarme. Ad esempio, errori grammaticali nelle email o indirizzi sospetti sono spesso indicatori di phishing.
Gianluca
E occhio ai link! Passarci sopra con il mouse senza cliccare può rivelare l'URL reale. È un piccolo trucco, ma molto efficace.
Andrea
Poi c'è la questione della fretta. Le richieste pressanti, che invocano urgenza, sono fatte apposta per farci sbagliare. Prendersi un momento per riflettere fa la differenza.
Gianluca
Sa di lezione di vita, quasi filosofica: mai prendere decisioni sotto pressione. Pochi secondi di pausa possono cambiare tutto.
Andrea
Sicuramente. Proteggere le informazioni sensibili è un altro punto essenziale. È importante chiedersi sempre perché una richiesta viene fatta.
Gianluca
Un grande classico: nessuna azienda IT seria ti chiederà mai la password completa. Se succede, devi davvero insospettirti, ma sul serio!
Andrea
E infine, dovremmo partecipare regolarmente a corsi di formazione sulla sicurezza. La consapevolezza è fondamentale per restare un passo avanti.
Gianluca
Anzi, più di un passo avanti. E condividere con i colleghi è altrettanto importante. La sicurezza non è mai un affare individuale.
Andrea
Concordo. Condividere esperienze e segnalare minacce immediatamente può davvero fare la differenza per un'intera organizzazione.
Gianluca
Su questo non ci sono dubbi. La sicurezza, alla fine, è come un grande lavoro di squadra: nessuno deve abbassare la guardia.
Andrea
E con questo, credo che abbiamo toccato tutti i punti cruciali per oggi.
Gianluca
Esatto! È stato un viaggio interessante attraverso i bias cognitivi e le trappole del social engineering.
Andrea
Grazie a tutti per averci seguito in questo episodio. Speriamo che queste strategie vi siano utili, non solo nel lavoro ma anche nella vita quotidiana.
Gianluca
E ricordate: essere scettici e riflessivi è la chiave per rafforzare la vostra sicurezza, sempre!
Andrea
Perfetto, allora ci rivediamo al prossimo episodio. Grazie ancora e alla prossima!
Gianluca
Sì, grazie e state attenti là fuori. Ciao a tutti!
Chapters (3)
About the podcast
Spiega perchè la dimensione psicologica e comportamentale sia essenziale per governare la cybersecurity in azienda. Il tema della cybersecurity è centrale come problema azienda. NOn è solo una faccenda tecnologica e it. Occorre esplorare e capire i bias cognitivi e imparare a governrli per gestire la sicurezza in modo efficace pratico e non teorico
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